1977


1977
Mostra personale Officina Studio OS - p.za s. Michele 14 - Arezzo. (ottobre 1977) presentazione di Lara-Vinca  Masini




Per chi non conosce la vita "artistica" livornese è difficile immaginare come un giovane riesca ad uscire dalla routine di quel vasto mercato "spicciolo" locale, legato ad un "macchiaiolismo" artigianale, ritardato, che coinvolge migliaia di sedicenti "pittori", tutti accaniti - per ragioni chiare - nel difendere quella che chiamano la "tradizione" (esemplificata, oggi,tra l'altro, nello squalificatissimo mercatino del "Premio Rotonda" tradizione che essi non si accorgono neppure, forse, di tradire in pieno.
Pochi "professionisti" si salvano da questa rete, legati alla vita artistico-culturale di altri centri o appoggiandosi alle poche gallerie locali qualificate.
I giovani, o coloro che, comunque, optino per una attività di ricerca alternativa, hanno veramente una vita dura a Livorno, né le iniziative pubbliche, impostate verso un'apertura non regionalistica (come il Museo Progressivo d'Arte Contemporanea) hanno sufficiente forza e appoggio per poter iniziare una politica di approfondimento e di crescita culturale. Anche per queste ragioni una ricerca severa, qual è quella portata avanti da un giovane come Piero Simoni, va considerata seriamente e seguita, perché scaturisce da una meditazione attenta, solitaria, veramente sofferta giorno per giorno sulla propria pelle.
E' l'espressione  filtrata di un suo rapporto con una realtà oppressiva ("la macchina dei nostri errori ha già ingranato la quarta ed è già a due passi dalla città"), di fronte alla quale egli si ostina a non cedere.
Egli cerca (contro la consunzione dei linguaggi) di riesaminare  i significati primari del segno, del colore, del rapporto di tensione tra il mezzo usato (linea, colore, superficie) e lo spazio-ambiente in cui egli immette il suo lavoro, e che diviene un altro medium operativo. E' la ricerca della reciproca autonomia di ciascuno degli elementi usati e della loro spontanea interagenza, un modo per riproporre un nuovo tipo di comunicazione, una lingua di segni diversi "nuovi e vecchi", recuperati comunque secondo una intenzione che miri a sollecitarli e a riscoprirli nuovi e vitali.
Nel lavoro proposto in questa rassegna l'accento è posto, alternativamente, sulla "linea" o sul "colore": la linea taglia uniformemente la parete (o le pareti) e attorno ad essa la superficie dimensionata del lavoro (una serie di elementi bianchi, di cm 70 x 100) si muove e ruota, secondo un andamento libero, fluido, scorrevole, disponendosi liberamente sulla superficie di fondo: oppure è il colore, usato piatto, in due toni giustapposti, la cui demarcazione costituisce, di nuovo, la linea ( non segnata) fissa, continua, sulla parete: mentre la diversa area occupata dai due toni di colore sui rettangoli tesi di tela, ne determina lo spostamento sulla parete.
Non si tratta più di "opere" singole, indipendenti, ma di "insiemi" interagenti, e, a loro volta, in diretto rapporto con lo spazio-ambiente.
Sul filo delle proposte della "pittura analitica" americana, della "riflessione sulla pittura" (si vedano le ricerche del gruppo "Support-Surface", quelle di Louis Cane e le italiane di "Nuova Pittura"), la ricerca di Simoni recupera alla pittura (o per meglio dire, alla linea e al colore) la tensione dello spazio vissuto
                                                                                                                          Lara-Vinca Masini