I tigli nascosti

I tigli nascosti

 

Foto di copertina di Piero Simoni

 "i tigli nascosti " di Piero Simoni
novembre 2010 - ISBN 978-88-87362-93-0
Lorenzo Editore - Via Monza 6 - 10152 Torino
www.loredi.it


Da "i tigli nascosti", Lorenzo Editore 

 vincitore del Premio Letterario "La Mole" Torino 2010  XXVI edizione

avrei dovuto impegnarmi nella scuola
per farmi una posizione introdurmi nella società
così mi veniva detto in collegio quando ero ragazzo
e tutti i torti non li avevano
visto che ci si deve preoccupare della sopravvivenza
nella società organizzata complessa


le foglie dei platani al parco già a terra
poste dal vento in ogni angolo
sotto le piante dove i passi non temono
bagnate dalla pioggia d'ottobre si fanno rosse
in un luccichio che dà riverbero al cielo
odorano di bosco nell'umido che fa felici gli scoiattoli
i gatti abitudinari visitatori
lasciandoli tranquilli
l'aria è un'altra aria da quella di città
pur essendo nel suo ventre prigioniera
è lontana nei ricordi di bimbo che solo sentivo
e dal passato mi porto appresso
con l'odore dei pini nel tesoro di pinoli di allora
il tempo era quello che non si muoveva
dando a vedere nel suo sguardo lontano
i giorni futuri come infinito


avrei dovuto impegnarmi nella scuola
per farmi una posizione introdurmi nella società
non mi era stato detto però
che dopo la società veniva il resto
bisognava fare i conti con tutto l'universo
e che questo è tanto infinitamente più grande
non bastando i compiti scolastici
né l'impegno laborioso nell'industria per far bene
sentirmi in armonia conchiuso
sulla terra in qualche modo ci si arrangia
nell'universo par di essere aquiloni sospinti dal vento
con la pioggia vicina lontana a minacciare


le foglie dei platani al parco già a terra
bagnate dalla pioggia d'ottobre si fanno rosse
in un luccichio che dà riverbero
odorano di bosco nell'umido che fa felici gli scoiattoli
l'aria è un'altra aria da quella di città
il tempo era quello che non si muoveva
i giorni futuri come infinito
 
 * * *

quel poco che ho non è niente
in confronto al tempo dell'eternità
i piccoli oggetti le stesse mura
forse più il ricordo
ma come tutti quelli che vivono per strada
gli emarginati e i barboni
di qualcosa mi sono appropriato
e col cuore in dono a te lo lascio


mi sono appropriato del sole
che è stato mio finché ho vissuto
nel segreto dei miei pensieri
ed anche se di tutti
negli occhi profondi l'ho guardato
nei suoi occhi mi sono specchiato
ha scaldato e dato corpo alle colline
colorando di verde e di mille colori
sui prati in giocoso rotolamento
ti lascio il sole allora
che di là tu sai non mi può servire
di là vi è il buio freddo che però non può colpire


mi sono appropriato degli alberi
di tutti gli alberi che ho amato come persone
sentendomi da loro protetto
di loro amico fraterno
le foglie al frusciar nel mio scrigno segreto
fra le macchine in sosta lungo i marciapiedi
le macchine in movimento di rumore e di gas stordenti
pronte ad ucciderti per un piede fuori dai camminamenti
ti lascio gli alberi che segnano di gentile le poche strade
colorano le stagioni anche in città
e quelli che sulla tavola generosamente danno frutti


mi sono appropriato del mare anche se nessuno lo sapeva
distesa azzurra quietante amico dei momenti bui
dell'industria aggressiva spersonalizzante
giocoso con il vento a far nello scontro alla costa
meraviglie di schizzi figuranti nell'aereo
di stupore e fantasia per i piccoli d'incanto i grandi
il mare liquido profondo nei colori del giorno della notte
castigatore nei miei anni giovanili
ti lascio il mare


mi sono appropriato del cielo con tutte le nuvole e le stelle
dove l'anima è salita in volo
e scrutar ogni angolo del firmamento
ti lascio il cielo
dove volano gli uccelli compagni e amici degli accampamenti
finché un proiettile a tradimento di stramazzo al suolo


mi sono appropriato dell'amore
della scoperta giovanile mondo a mondo conchiusa
l'amore misurato coniugale che i tuoi natali ha generato
ti lascio l'amore
compagno dei giorni a venire


mi sono appropriato dei tuoi occhi
luce dei miei passi quando la cenere le urla dell'industria
nei decenni di obbligazione le ginocchia faceva piegare
negli anni il tuo fiore a fiore unisce quello del nipote
miracolo che la natura umana ha in dono
ti lascio i miei occhi
per cogliere ciò che non sono riuscito a vedere
delle meraviglie di schizzi figuranti nell'aereo universo
dove l'anima è salita in volo

 * * *

gli alberi del parco uniti la sera
alle ombre della notte che si addensano
rimangono soli nel freddo dell'inverno
in un unico avvicinamento
la città ancora chiassosa intorno
di nulla si duole del loro isolamento
delle paure di ognuno vorrei farne spazzamento
con storie di favola che al sonno tranquillo conducono
i tigli già spogli con i platani più grandi
i lecci e gli abeti in abbraccio fraterno
comune storia nel loro tempo
in ritmo cadenzato ripetuta
nell'universo sospesi


i bimbi del collegio uniti la sera
alle ombre della notte che si addensano
rimangono soli nel freddo dell'inverno
in un unico avvicinamento
la città con i genitori lontani o in mancamento
di nulla si duole del loro isolamento
delle parole di ognuno vorrei farne spazzamento
con storie di favola che al sonno sereno conducono
i più piccoli spogli di ogni affetto
con i più grandi in abbraccio fraterno
comune storia nel loro tempo
in ritmo cadenzato ripetuta
nell'universo sospesi


le prostitute dei viali unite la sera
alle ombre della notte che si addensano
rimangono sole nel freddo dell'inverno
in un unico avvicinamento
la città ormai in spegnimento
di nulla si duole del loro isolamento
delle paure di ognuna per le violenze vorrei farne spazzamento
con storie di favola che al sonno mattutino conducono
povere e spoglie di ogni affetto
strette in abbraccio fraterno
comune storia nel loro tempo
in ritmo cadenzato ripetuta
nell'universo sospese


i vecchi dell'ospizio uniti la sera
alle ombre della notte che si addensano
rimangono soli nel freddo dell'inverno
in un unico avvicinamento
la città e i loro figli lontani in mancamento
di nulla si duole del loro isolamento
delle paure di ognuno per l'aldilà vorrei farne spazzamento
con storie di favola che al sonno quieto conducono
i più poveri spogli di ogni affetto
con i più fortunati in abbraccio fraterno
comune storia nel loro tempo
in ritmo cadenzato ripetuta
nell'universo sospesi


i deportati nei campi di concentramento uniti la sera
alle ombre della notte che si addensano
rimangono soli nel freddo dell'inverno
in un unico avvicinamento
le città lontane non sanno
di nulla si dolgono del loro isolamento
delle paure di ognuno per la loro sorte vorrei farne spazzamento
con storie di favola che al sonno quieto conducono
spogli di ogni umana identità
stretti in un abbraccio fraterno
comune storia nel loro tempo
in ritmo cadenzato ripetuta
nell'universo sospesi