Presentazione dell'antologia "Poeti Marginali Postali", 24/2/1980

Dalla presentazione di Piero Simoni all'antologia "Poeti Marginali Postali" del
 24 /2/ 1980
 
dalla presentazione all'antologia "Poeti Marginali Postali" di piero simoni
"...scopo dell'iniziativa è quello di rilanciare la parola per troppo tempo soccombente nei confronti dell'immagine, e di creare un circuito alternativo di poesia che si diffonda attraverso il mezzo postale."
Come militante dell'arte postale non mi è stato difficile spostare il discorso sulla poesia (da anni questa disciplina m'interessa), anche per aver constatato che nell'arte postale la poesia non era sufficientemente rappresentata. La poesia pura, la poesia delle parole, oggi m'interessa prevalentemente, non intendendola comunque l'avvenire della poesia, l'unica poesia, ho infatti il massimo rispetto della poesia visiva, sonora, gestuale, ecc... che ho praticato e ancora pratico.
Pur non essendo l'arte postale affermata in modo adeguato in Italia, bisogna dire che un certo movimento di idee lo ha creato.
Ecco, io credo che sia possibile (parlo soprattutto per i non mail artisti) applicare questa dinamica di comunicazione alla poesia. Ogni autore avrà infatti fin da ora la possibilità di mettersi in contatto con coloro i quali avrà piacere di realizzare la comunicazione.
Molto della riuscita di questo movimento dipenderà dalla volontà con cui ciascuno lo stimolerà e lo utilizzerà.
Gli aspetti positivi dell'arte postale naturalmente valgono per la poesia postale: l'elusione del mecenatismo editoriale, del critico, la possibilità di parlare, la velocità della comunicazione, la capacità di scavalcare città, regioni, nazioni.
L'interlocutore è un amico, uno a cui interessano le stesse operazioni, che spazia nella medesima area culturale come autore e lettore.
La poesia postale è aperta a tutti (potenzialmente ciascuno è poeta), quindi è in espansione, offrendo uno scambio e una possibilità di intervento molteplici.
C'è da dire ancora: che con il mezzo postale si rilancia un sistema di comunicazione più intimo, più riflessivo, oggi meno usato per l'avvento di nuove e più diffuse vie divulgative; che per le ragioni dette lo spazio postale si differenzia dagli ambienti scolastici, teatrali e galleristici in cui la poesia viene normalmente insegnata e celebrata; che esso ripropone l'autore come autore e non come funzionario poetico al servizio di una certa clientela; che l'idea del successo e da abbandonare, non è infatti la popolarità che si offre, piuttosto un'umiltà, una consapevolezza della propria fragilità, un lavorare in solitudine che garantiscono l'immunità e la vitalità del proprio pensiero (non restando il discorso in questi termini ne verrebbe svilito il concetto alternativo che invece si tenta di rilanciare).
C'è da dire ancora di più, ma io credo di non dovermi dilungare ancora sperando di non aver confuso nessuno e di non aver deluso chi si attendeva di più.
Livorno, 24 febbraio 1980
ciclo proprio / borgo cappuccini, 311   57100 Livorno