Presenza

"presenza" di Piero Simoni
marzo 2013 - ISBN 978-889838132-6
Libri di-versi in diversi libri
COLLANA ARABA FENICE -N. 114-
www.libreriaeditriceurso.com


Da "presenza", libri di-versi in diversi libri 

 Concorso Letterario in memoria di Corrado Tiralongo, Edizione 2012-2013


poi ti domandi il senso il peso delle parole
che sono il percorso il significato della vita
il predicar l'amore con i versi bacianti
in confronto a chi agli altri ha dato il suo tempo
rinunciando ad ogni privato sentimento
tutti protesi ai più deboli ai piccoli abbandonati
il tuo inchiostro non scalfisce
la sola parola si sfoglia
si ritira in un canto a recitar la sua inconcludenza
non ha la forza di chi all'ideale ha offerto tutto il corpo


i tuoi occhi luminosi di bimbo nel gioco mi guardano
felice in un istante mentre io a stento la mente sgombro
di parole sono fatto che non hanno il tuo bagliore
di inutile materia artigianale in composizione
nel suolo terreno te e non me canuto ha ragione del vero
io sono venditore di fumo che guarda solo in alto
per trovare nel cielo con parole articolate
dallo spiraglio di una nuvola
il segno che al mistero dell'universo ci congiunga
ricerca solitaria e di avara gratificazione
di speranza in timore che non sia vana



* * *
andavo con la bicicletta da corsa non per correre
con nessuno degli amici per le strade periferiche dei campi
solitario anche sulle rade colline nel ritorno a casa
dimentico dei turni industriali delle beghe della competizione
pedalavo quasi in assenza di tempo per fuggire dall'urbanizzazione
nel silenzio delle strade che un paese una frazione all'altra congiunge
solo il fruscio dei tubolari sull'asfalto il vento venutomi incontro
giocando di gioventù nelle discese nelle salite boschive
con i pensieri che nel celeste nell'aria frizzante del  mattino si scioglievano
alla grande curva della statale Emilia a metà percorso
i campi di girasoli si presentavano in tutta la loro estensione
con tutto il giallo fulgore oro di luce e di  meraviglia
che mi faceva nell'incedere stordire
luce del cielo pareva avvolgermi in un unico suono
melodia che alla natura mi faceva in armonia


ora di allora che ho forse più di cento anni
dimentico sono del fastidio che fu la competizione industriale
dimentico dell'urbanizzazione scomposta di rumori e altri veleni imposta
rivedo quel giallo quell'oro alla curva in estensione
il sole riflesso illuminar ogni istante ogni frammento
di vita superiore il mondo circondato
di voce ultraterrena l'uomo sul suo triciclo richiamato
luce che fa nei vegliardi tentennamenti lo stesso stupore
stesso bagliore di coinvolgimento
melodia che all'universo mi fa in armonia



* * *
ci muove la stessa energia
tu che volti il manto alla riva
alla luce del  mattino di marzo ancora smorta
in verde azzurro nella trasparenza infinita
la tua distesa appena increspata
al cielo nel colore confusa
miraggio di una pace così vicina


io mi alzo dal torpore
e incontro al vento ogni giorno
mi muovo di rinnovato ardore
la fronte dagli anni appena increspata
gli occhi nel colore del cielo confusi
miraggio di una pace così vicina


ci muove la stessa energia
che nel globo ci fa visitatori uguali
in mistero con le altre stelle
fuochi che di ogni sole dell'universo
paiono folclore in armonia di festa



* * *
le bamboline lasciate nella tua camerina
ricoperte come se dormissero
mentre io adulto del tuo mondo vero
di favola rimanevo colpito
introducendomi piano quasi svanisse
dalla finestra guardavo verdissime
le foglie del fico fra i palazzi
sotto una rara pioggia di giugno
un raggio di luce da una stanza all'altra
il tuo passaggio nei nostri anni
con la natura in armonia
mio approvvigionamento
camminando fino a incontrarmi canuto
di bellezza il viaggio intrapreso


altro il tempo sarebbe stato
senza i tuoi pensamenti e tutti i verdi
immagina se non ti avessi colto
se di loro non mi fossi accorto
come tanti che per sventura non vedono
né una creatura hanno
immagina se fossi stato un ricco possidente
in cerca di un piacere da niente
se avessi corso per una carriera professionale
facendomi alto in grado in un vuoto castello
per fortuna i tuoi occhi i colori
anche se da più lontano riverberano
difficile sarà addentrarsi nell'oscurità
dove pare si debba andare soli
e le stagioni non contano



* * *
nei miei umili quaderni io appuntavo datandolo
questo e quel pensiero che avrei voluto ragionare
non accorgendomi che tutto si accumulava si superava
rimanendo stratificato in un angolo polveroso
non avevo capito che bisognava andar di corsa
bisognava vivere e pensare tutto in un lampo
che le cose poi non sarebbero state più quelle
ma d'altra persona uguale a te stesso ormai passata


non avevo capito che i tuoi occhi profondi
dell'amore materno più alto inondato
non mi avrebbero in questa terra più guardato
sostenuto nella tarda ora pomeridiana del rendiconto
quando le luci spengono i colori dei fuochi
bisognava prendere tutto in quel momento
quando io credevo che la ricchezza fosse duratura
per tutto il tempo e quasi del laccio protettivo infastidito

non avevo capito che i tuoi occhi di bimba innamorata
avevano della primavera i profumi e la durata
presto nel fiore della maternità conchiusi
nel lungo e duro inanellar degli anni modellati
la luce di quei giorni nel canto dell'animo segreta
compagna dei mille e mille vaneggiamenti
bisognava prendere tutto in quel momento
farlo durare per il tempo a venire


non avevo capito che i tuoi occhi di piccola
in un baleno sarebbero diventati adulti
togliendomi dei giorni il filo conduttore paterno
ciò che alla terra all'incedere quotidiano mi legava
ora come piuma al vento sospesa
bisognava andar di corsa sciorinare tutto in un lampo
che le cose poi non sarebbero state più quelle
ma d'altra persona uguale a te stesso ormai passata



* * *
verso la fine degli anni industriali
mi adoperai a cercar qualcosa che potessi fare
temendo per l'abitudine di tanti anni
di rimaner preda della solitudine senza identità
come sentivo ad altri colleghi era capitato
grigi gli anni a rimpiangere quello che era stato
quello che era la costrizione e del tempo invece il riempimento
mi adoperavo a cercare qualcosa che potessi fare
rivolgendomi alla pittura ad esempio rovistando fogli passati
e nuovi con il colore da organizzare
al pezzetto di terra limitrofo per l'occupazione dell'orto
del piccolo frutteto e oliveto con cadenze regolari per fare
amici certo di conforto ma non bastanti a colmare il turbamento
il mio possibile futuro isolamento straniamento


una voce mi è venuta incontro facendosi sempre più chiara
la libertà dei giorni e la capacità di sognare non poteva mancare
è venuta verso di me come giovane innamorata
già compagna discreta era stata nelle buie notti dei turni industriali
e protendendo le mani issandomi come a salire sulla sponda
mi ha liberato dall'unto oleoso che impastava le ali
stupito a guardare i colori del mare
i verdi degli alberi e l'azzurro del cielo
venirmi incontro nella natura specchiata
i tuoi occhi di innocenza d'amore luccicanti
il segreto dell'universo che all'infinito unisce



* * *
nel solito mio peregrinare mattutino
al gennaio piovoso con le luci un po' spente
un'aria nella città e nelle vie traverse che seduce
me che del tintinnare delle gocce le ruote frusciare
le foglie umide dei tronchi silenti e allineati sono spettatore
sotto il cappello sotto l'ombrello in veste di anziano
a me stesso quasi inosservato passo
un cinguettio da una scolaresca fiancheggiata
giunge a risvegliar l'antica pena
del tempo a ritroso con loro congiunto 
in batter di ciglia bruciato


un uccello più avanti nel verde pubblico
saltella per i suoi giri preso
non siamo molto più grandi di lui penso
anche se il mondo par che sia in nostra mano
la sua vita si libra in volo e del cielo fa aereo lo spazio
senza domande del suo divenire felice del suo fluire
noi di ali non siamo muniti
la gioia sembra essere nell'indomani nascosta
prima il tempo è una infinità su cui si sorvola
poi in un momento è conchiuso
nel ricordo qualcosa affiora
istanti lontani che in dispetto sfumano
siamo entrambi nello stesso tempo nello stesso tondo
lui senza domande del suo divenire felice del suo fluire
noi in cerca permanente di una aderenza già passata
in pensamenti di alta universalità
felicità che c'era e non è stata consumata