Toscanainsieme


Toscanainsieme
  
In questa Antologia sono presenti cinque componimenti con l'unico titolo "mia madre" (poesie 2009-2010)




IBISKOS-ULIVIERI - aprile 2011 - ISBN:978-88-7841-661-1
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Lettura della poesia "la terrazza Mascagni bagnata dalla pioggia" alla presentazione dell'Antologia "ToscanaInsieme" a S. Rossore l'11 settembre 2011





11 settembre 2011 - S. Rossore, sala Gronchi


piero simoni

mia madre
(poesie 2009-2010)

 
 * * *
alle visite mensili del collegio su una collina sperduto
venivi con regolarità anche se io del tempo non avevo misura
nel periodo della pasqua mi portavi una campana di cioccolata
la prima più grande poi negli anni sempre più piccola
frequentavo la scuola elementare privata
una campana nella protezione dorata doveva piacerti tanto
misuravo involontariamente con gli occhi la sua dimensione
non sapendo se fosse lei a diminuire o io a crescere
non sapevo dei tuoi dibattimenti dei miseri tuoi alimenti
perchè donna e sola nel dopoguerra di devastazione
lontana dalla sua terra e dai parenti a nascondere la mia presenza
allora mancanza grave di condanna sociale
nel mio isolamento nel buio in cui ero piombato
credevo un affievolirsi del tuo bene madre unico mio sostegno
e intendevo la vita fosse quella di restar soli ogni giorno un po' di più
nel vuoto della mente che andava intorno scoprendosi
con altri sfortunati a far sommessa baldoria nell'ora di ricreazione
incanalati nei corridoi e di immagini cupe inquadrati
lasciavo andare il tempo convinto che fosse regola il nostro turbamento
la luce certo negli occhi spenta il sorriso nel viso smorzato
con gli anni poco ti vedevo quasi non ti riconoscevo
nulla più di te sapevo anche se bimbo solo al gioco pensavo
ma il cuore non taceva e una lunga ferita in sé nascondeva

non sapevo dei tuoi dibattimenti dei miseri tuoi alimenti
di soprusi e violenze subite in tuguri sempre riposta
nella difficoltà comune il castigo della separazione
avresti voluto farmi visita a ogni istante ma non era permesso
avresti voluto portarmi campane sempre più grandi
ma non potevi così eravamo in due a soffrir la solita pena
la mia col timore anche dell'abbandono
la tua di mamma ne sono certo maggiore
per lunghi anni non ho capito facendomi scuro e schivo
fra tanti compagni di nuova avventura
da adulto però tutto il bene che mi volevi ho sentito
nella tua figura dalla sofferenza scolpita
quanto erano vere le tue silenti attese
le tue lacrime a nessuno mostrate ed a me in segreto offerte
la gioia della vita tutta nell'unica creatura riposta
nel mondo intorno di sberleffi per chi difesa non aveva
il tuo bene superiore ad ogni sorte
ed ora dall'aldilà mi sostieni in ogni tentennamento
diradi  le tenebre che in età canuta avanzano
la tua mano dall'altro mondo è guida
al punto che la via della china illumina




 * * *
la terrazza Mascagni bagnata dalla pioggia
in un giorno qualunque di maggio
di un tempo senza più anni
vuota di frequentatori nel pavimento a scacchi
specchia un cielo in tinta grigia e d'altri colori
il mare mormora il suo solito abbraccio
allo scoglio dove tu stavi seduta ed io bimbo bagnandomi
si colora più in là dello squarcio di luce che avanza
silente il mio passo con le case distanziate le automobili lontane
nell'acqua purissima che il fondo traspare
non il mio volto dal cappello nascosto vedo
ma il tuo madre sorridente che incontro a me veniva
deviando poi i miei capelli sfiorandomi le sopracciglia
creatura tua e non d'altri ero in gioia mi sentivo

in due siamo rimasti su quella scogliera
tu in assenza ormai da tempo
passata in luogo che non conosco
io con il mio peregrinare di ogni giorno
il nostro posto quasi a stupirmi del tuo mancamento
ora che i miei anni sono quelli che contano
il sorriso smorzando ad ogni festa
e il  mare che mormora il suo solito abbraccio
come fosse una litania
dove è nascosta su quieta terra l'anima mia



  
 * * *

si ricomponeva mia madre all'ospedale ultimo
quando andavo a trovarla all'ora del passo
su una seggiola scomposta nella figura e nei capelli
arrendevole al male che la stava uccidendo
rinunciando a sé e alle vicende dell'agglomerato comune
lo sguardo dalla profondità del buio
riaffiorava in una luce solo per me
io dagli impegni quotidiani preso dal lavoro industriale stordito
banalmente non coglievo il suo strenuo dibattimento

in conflitto con la morte per placar il mio animo
come quando si faceva carico del mio pianto
lasciando solo per me il sorriso di bimbo
si faceva carico poi della rinuncia per l'unica dimora sognata
andando a vivere con coloro che non hanno storia



 * * *
ti facevo scudo con i miei quattro anni
dal compagno che per chissà quale ragione ti colpiva
non si può andare contro la madre di un piccolo
lui che tu attendevi per amore
troppo più giovane per essere una cosa vera
ti ha portato nei campi ed ha calpestato il tuo cuore
lasciandoti fra sterpi e fiori rinsecchiti
consumando il tuo tempo come fosse niente
di me che suo non ero incurante

da adulto non sono stato capace di far scudo
alla sorte che troppo presto ti si è fatta avversa
spalancandoti per subdola malattia le porte dell'oblio
la comune marginalità dei senza nome
in refettori camerate sale d'attesa convenzionali
l'inutile memoria a ferir l'animo represso
io preso dagli obblighi concatenamenti
l'industria martellante che i pensieri scoloriva
la città da te lontana in serrato avvolgimento
la famiglia nuova in giusto contenimento
non sono stato capace di far scudo
di restituirti ai prati di periferia la luminosa compagnia
consumando il tuo tempo come fosse niente
anche se ogni giorno con te un po' anch'io moriva
la tua unica esistenza
così preziosa oggi per la mia sopravvivenza
in momenti cadenzati intesa d'incorporea presenza




 * * *
il vento di giugno al  mattino
lungo il mio passaggio sul mare
in assenza ancora di qualcuno
delicato e d'odore salmastro
giovanile nei ricordi e in un baleno sospinti
sfiora la mia guancia come un bacio
per me altro dal ragazzo che è stato
l'uomo non rassegnato ora a invecchiare

il vento di giugno al mattino
ha sfiorato la tua guancia quando c'eri madre
facendoti presente ai miei occhi lucente
di forza di vita di amore infinito
con il tuo sguardo al mio incedere scalpitante
non è credibile la tua anima da tempo fuggita
rimane nel mio passo solitario
in triste raccolta degli andati momenti
il soffio comune del vento
che ci fa eguali seppur in alterni loghi dislocati
di intesa con la natura segreta concepita
per l'eternità duratura