(materiali di poesia) - settembre 1983

(materiali di poesia)
aperiodico - ciclostilato interno



intervento di Piero Simoni



Mi permetto di dire ancora due parole su "Poesia Postale", specificatamente in risposta a "Dai poeti Maudit ai ..." di Ubaldo Giacomucci:



I) Considerando il pericolo del "mito del poeta", per quanto riguarda Poesia Postale lo escluderei senz'altro, essa infatti si muove in tutt'altra dimensione se è vero che favorisce la comunicazione poetica e l'allarga a chiunque voglia inserirvisi; direi che sgombra il campo da timori, preconcetti e restituisce la "parola" ad ognuno; dà corpo alla comunicazione perché richiede un interscambio pulito.



2) Se il discorso da parte nostra verte sulla "parola", non è perché si escluda o non si apprezzi la 'poesia totale', semplicemente perché in un'area così vasta come quella del "Postale" non si può impegnarsi che in una piccola parte, è quindi una questione di praticità e anche di specializzazione, con la posta noi abbiamo vinto la nostra battaglia, cioè possiamo mandare tutto: cassette, films, bottiglie, ecc...

C'è una cosa che però, a mio modesto e forse utopico parere, va separata dal canale postale, e cioè la speculazione, la mercificazione. Se si arriva a questo, e pare che certi segnali già ci siano, noi potremo cominciare il conto alla rovescia sulla durata, sulla sorte del "Postale".


3) E già che ho "la bocca aperta", vorrei cogliere l'occasione per un'altra chiarificazione: 

quando si parla di ufficialità della cultura, non si può negare tutto, perché autori e opere meritorie indubbiamente ci sono, e in abbondanza direi, quello che certo non si può condividere è la produzione di serie, la bassa speculazione.
Ci sono però spazi anche per il 'postale', lo abbiamo verificato con l'appoggio di alcuni comuni alle nostre esibizioni, alle nostre pubblicazioni; ci sono opere dell'ufficialità (l'opera di Calvino tanto per citare qualcuno) da cui il 'postale' ha da imparare moltissimo. 
Siamo d'accordo altresì con tutti gli sperimentalismi che lavorano in funzione dei contenuti, rinnovandoli e segnando così, le tappe del nostro tempo.
piero simoni   Li, 21/8/'83