"Vetrina" Produzioni culturali giovanili dell'area mediterranea - 1986

"Vetrina"      Produzioni culturali giovanili dell'area mediterranea  - 1986








Questa Amministrazione Comunale ha individuato fin dal suo insediamento una specifica delega "Progetto Giovani". Delega che appare nella storia Amministrativa fiorentina, come elemento di assoluta novità.
Nel quadro delle tematiche collegate o vicine al mondo dei giovani si è ritenuto importante compiere uno sforzo nella direzione di valorizzare e supportare tutto quell'insieme di produzioni culturali e tendenze artistiche che caratterizzano il mondo della creatività giovanile.
In questo senso l'impegno dell'Amministrazione Comunale, ed in particolare dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione e Progetto Giovani, nel promuovere, in collaborazione con l'A.R.C.I., una manifestazione come "Vetrina delle produzioni culturali giovanili" che, collegandosi con il circuito Europeo, già fortemente e qualitativamente presente nella realtà culturale giovanile, vuole essere un primo momento di lancio e di promozione di un'attività che riteniamo debba assumere un carattere di continuità e rappresentare un punto di riferimento e di confronto per questa area culturale ed artistica.
Del resto il valore e la necessità di una iniziativa come questa emerge e viene suffragata dall'esistenza di un circuito cittadino, ricchissimo ed articolato, di giovani artisti, che spesso incontrano difficoltà notevoli nell'inserirsi nei circuiti ufficiali e tradizionali della città, pur essendo presenti e valorizzati in momenti e luoghi diversi da quelli cittadini. 
La "Vetrina"si inserisce inoltre, nel quadro di "1986 - Firenze Capitale Europea della Cultura", come naturale riferimento di uno spaccato culturale estremamente importante e presente nel mondo giovanile.

Catia Franci
(Assessore alla Pubblica Istruzione
e Progetto Giovani)





Nell'estate dell'83 si svolge, al Mattatoio di Roma, il meeting sulle bande giovanili. Ad organizzarlo è l'arci kids alla sua prima uscita pubblica importante.
Dopo il burrascoso decennio precedente, carico di fascinazioni ideologiche, i primi anni '80 
appaiono a prima vista, poveri di motivazioni ideali. Il meeting rappresenta il tentativo di reimpostare, partendo dall'osservatorio particolare della cultura e dello spettacolo, strumenti analitici capaci di fare i conti con la mutata realtà.
Forti delle suggestioni provenienti dalla pubblicistica sociologica nord-europea, ma anche italiana (es. Dick Hebdige, Alberto Melucci), si formulano alcune ipotesi di indagine. 1) L'esistenza, nel mondo giovanile, di comportamenti, abitudini, modelli, capaci di prefigurare un nuovo "stile". In questo ambito assumono significanza questo o quel tipo di acconciatura o abbigliamento, singoli oggetti, etc. 2) Questi elementi sfuggono ad una sistematizzazione compiuta, unitaria, ideologica, e si presentano come un insieme complesso ma dove è possibile individuare alcune caratteristiche strutturali comuni. 3) L'interesse per questo universo sta nel fatto che, pur non presentandosi come una vera e propria cultura (se non di rado, o comunque solo in seguito ad una crescita), esso si propone come ricco di stimoli e di sperimentazioni, e come osservatorio privilegiato e fucina delle nuove tendenze artistiche.
Con il termine tendenze si delinea un ambito articolato e dai contorni difficilmente precisabili. Esse si definiscono in rapporto alla difficoltà a proporre unità compiute del pensiero contemporaneo, alle spinte verso lo specifico e il parziale, ma anche ai tentativi di ricomposizione strutturalisti. 
Nei linguaggi dell'arte giovanile (o meglio di tendenza) convivono e si confondono i temi dell'alta cultura con lo spettacolo, la moda, la tecnologia, il mercato, dando vita ad uno scenario ambiguo in cui si intrecciano trasgressione, alterità, spinte all'integrazione. A queste intuizioni se ne aggiunge subito un'altra. L'esistenza di un luogo particolare di creazione che (nei limiti di possibile unità che abbiamo detto) si presenta come omogeneo: l'area mediterranea. L'idea di una nuova mediterraneità è assai suggestiva e presuppone il connubio tra due diverse culture: quella antica, dell'Europa del Sud, delle sponde africane e asiatiche così ricche di tradizioni etniche; quella moderna, di ispirazione anglosassone, vivissima nei modelli giovanili. L'ipotesi è che l'incontro di questi due  mondi sia destinato a creare nuovi pregevoli prodotti artistici. Da qui nascono Tendencias (Barcellona, autunno '84)  e la Biennale delle Produzioni Culturali Giovanili (Barcellona, autunno '85) la cui seconda edizione si terrà questo novembre a Salonicco.
Infine l'ultimo aspetto riguarda Firenze che in questi anni si è inserita, con una sua specificità, in questa situazione, proponendosi come una delle capitali delle nuove produzioni giovanili. Nella città i locali (a partire dall'esperienza dell'80-81 del circolo culturale Casablanca), la moda trend, i gruppi musicali più importanti, i giovani artisti, si sono imposti all'attenzione nazionale. Ne è testimonianza l'interesse della stampa (specialistica e non) verso la scena fiorentina. La Vetrina delle Produzioni Culturali Giovanili si situa come logico sbocco di questa situazione. Ed è frutto dell'incontro del lavoro di anni dell'arci media-kids con la sensibilità (unica tra le istituzioni) dell'Assessorato ai Giovani del Comune. In margine, anche polemico, con Firenze capitale europea della cultura, la Vetrina intende proporre una settimana densa di  mostre, concerti, feste, capaci di rappresentare almeno una parte dell'ampio panorama delle nuove tendenze giovanili.
La rassegna, ridotta per problemi di  finanziamento, rispetto al primo progetto, è collegata idealmente, anche se non direttamente alla Biennale di Salonicco.

Vincenzo Striano
(Segreteria Nazionale arci kids)





MailArt

Parlando della MAIL ART molto spesso capita di sentirle attribuire svariati e fantasiosi significati; forma d'arte praticata dai postini, carta da lettere particolarmente artistica e via di questo passo. Per far luce sul mistero e tagliar corto con simili e più fantastiche ipotesi credo valga la pena peccare di didascalismo e spendere alcune righe per chiarire la cosa. La MAIL ART  è una rete di scambio diretto, intimo e privo di restrizioni fra creativi di tutto il  mondo; un sistema cioè che scavalcando a piè pari il tradizionale critico-galleria-mercato organizza mostre, riviste e archivi come momenti di produzione culturale collettiva libera dalle leggi del mercato dell'arte. La MAIL ART è dunque una proposta alternativa che abolendo lo stantio rapporto a senso unico tra chi crea e chi fruisce di un evento riunisce, grazie allo scambio interpersonale, i due diversi momenti in una sintesi completa. La MAIL ART usa come trait d'union, supporto e veicolo per la propria comunicazione l'unico strumento capace di mettere in contatto un fotografo africano con un poeta esquimese e cioè la posta (con indicibile gioia delle aziende postali di tutto il mondo che vedono raddoppiati i consumi di carta e francobolli). A questo punto sorge spontanea una domanda: ma cosa si scambiano questi mailartisti? Credo che la risposta più giusta sia: tutto ciò che la posta può recapitare. Fatta eccezione per alcuni casi limite (figli piagnucolosi impacchettati in segreto o capi ufficio negrieri imbustati a puntate) nel libero circuito della MAIL ART ognuno spedisce e quindi scambia cosa produce: collages, fotografie, poesie, piccole tele e piccole sculture, brani musicali ed altrettanto riceve da altri in tutto il mondo (tutto ciò però niente ha a che vedere con la catena di S. Antonio). Il primo passo di questo lungo percorso fu mosso dall'americano Ray Johnson negli anni 60 che riprendendo alcuni motivi del m0vimento DADA e poi del FLUXUS che avevano in precedenza parodiato il sistema postale inventando timbri e francobolli strani, fonda la Scuola di Corrispondenza di New York con  la quale avvia un processo di comunicazione e scambio con tutto il mondo organizzando parallelamente le prime mostre in America e in Europa.
da quei lontani anni 60 ad oggi (lontani per modo di dire visto il pieno revival di alcuni fenomeni culturali tipici di quegli anni) la MAIL ART ha costruito una serie innumerevole di eventi quali mostre, riviste, trasmissioni radio, dischi di musica e poesia rimanendo inalterata nella struttura ma cambiando abbastanza sensibilmente nei contenuti. Siamo passati cioè da una fase più personal-intimista (anche se i mailartisti non si sono mai sposati tra di loro) ad una più ambiental-sociale. Messaggi, sogni, idee lasciano oggi sempre più spesso il posto a prese di posizione in favore o contro alcuni fatti dei nostri giorni, fenomeni culturali e talvolta sociali. Alcune mostre ad esempio sono state dedicate a musicisti rock e jazz (B. Dylan, J. Lennon, C. Parker) a famosi romanzieri (W. Burroughs) altre ancora erano dirette contro l'energia nucleare, contro rovinosi uomini politici delle due Americhe, per una migliore qualità della vita (rarissime sono state invece mostre dedicate a famose pin up).
Spero con queste brevi righe di avere contribuito a mettere a fuoco più esattamente i contorni di questa forma d' espressione così multiforme e dinamica e quindi non resta altro che guardarsi le pagine che seguono....









Nato a Livorno nel 1948. Fuochista in una
 industria della sua città. Dal 1981 è iscritto
 alla Facoltà di Lettere di Pisa



 le branche
di papaveri
                                               negli angoli di periferia