1986


Dal libro In bella copia curato da Elba Cariello e Giorgio Fontanelli, edito dalla Casa Editrice G. D'Anna  Messina - Firenze 1986
Tante idee e consigli per il compito d'italiano nella scuola media e cento temi svolti






"Ritratto" Piero Simoni 1971







Piero Simoni    1/6 di Homo Sapiens  1976








Che cosa ne pensa l'autore


Due quadri

   Il primo lavoro risale al 1971. Eseguito all'età di ventitré anni, esso è espressione della fase iniziale dell'operare, da definire  <imitativa>, in quanto i soggetti vengono presi  dall'esterno e riportati senza elaborazione interna. E' il periodo ingenuamente romantico  della pittura all'aperto, della scoperta tutta esterna di essa. Non poteva essere che così, perché l'autore non ha frequentato allora scuole specifiche sull'arte, ma ha girato di galleria in galleria, nell'ambiente locale livornese. A Livorno, si insiste molto sul figurativo, un figurativo spesso solamente strumentale. Vi è quindi nel primo lavoro: immagine tradizionale, uso del segno in termini passivi dell'oggetto. E' la pittura di assoggettazione dell'autore, nella quale egli è fuori del quadro, senza coscienza di sé e del mezzo artistico.
   Se nel primo lavoro non si avverte un coinvolgimento dell'operatore in termini sociali ( egli è, infatti ancora, all'interno di sé, in una condizione di assoluta dipendenza),  nel secondo lavoro invece, del 1976, oltre ad essere strutturalmente diverso, l'autore ha iniziato a prendere coscienza dell'ambiente esterno e dello stesso mezzo della pittura. Anche questa è una fase <rivissuta> della pittura, intesa come <impegno>: comunque, sincera e significativa per quanto riguarda l'evoluzione dell'autore stesso. Il quadro intende mostrare la nevrosi della società moderna nell'ossessiva insistenza di segni che non lasciano spazio a <paesaggi> confortanti; intende ricreare lo stato di angoscia in cui si sente l'uomo moderno dell'era industriale, nell'ambiente che si è costruito, schiavo di un <ordine> spersonalizzante e folle. Intonato con il tema è l'assenza di colore. L'autore dà a vedere di poter entrare all'interno del quadro, non è più nella fase contemplativa ma direi operativa, dove risente dell'ambiente esterno, il quale viene ragionato e riportato. E' una fase anche questa giovanile, in cui l'autore ha creduto erroneamente che l'artista potesse essere presente ed incidere per la sua parte nella società industriale e consumistica.
   Da queste e da altre esperienze successive, ho maturato il concetto di arte anche come lavoro, ed anche come esercizio col quale realizzare la personalità,almeno in parte, visto che abbiamo più di un condizionamento. Personalità ancora in movimento, perché essa corre parallelamente con la nostra vita: oggi tuttavia dedita più alla parola che non all'immagine.
   Attività artistica, senza la quale non mi pare di vivere.

Piero Simoni