"AL  PAESE" di Piero Simoni
stampato nel mese di gennaio 1980 con ciclo proprio



da una lettera di Claudio Asciuti del 25 novembre 1980

..l'una strutturalmente ermetica, post ermetica, niebiana, soffusa di colori pastello, di algolagnie bipolari, di melò tardivo, di sospiri e singhiozzi, a sfondo personale, intimistica, con sovrabbondanza di aggettivazione e nominazione ' lirica ' (sole - amore - cuore - fiore - solo - volo - universo - infinito etcc.), mentre ne esiste una seconda, fondamentalmente ' progressiva ', modulata sui tempi e sui temi moderni, con scarti e sconnessioni, mascherata da poesia sperimentale, ritmata sui vuoti di oggi, piuttosto schizoide, debitrice in egual misura ai beat e a Sanguineti.
 Queste due funzioni poetiche, oltre che disturbarci, non fanno altro che riaffermare, in altre sedi, la inutilità del discorso poetico così come viene fatto, utilizzando questi stilemi e questo modo di esercizio. Ben vengano quindi i tentativi di creare della poesia che si distacchi dai consunti stereotipi attraverso il quale la produzione poetica si esplica, nella sua quasi totalità, attraverso miliardi di pagine di carta stampata che si ribaltano addosso (e qui sta il bello)non a tanti dello stesso materiale sparsi, ma a pochiche finiscono con l'essere i naturali destinatari di questa cartacea invasione privilegiando sé stessi come oggetto di discorso e ordinando il 'silenzio del testo di tutti coloro che, vuoi per un motivo o per l'altro, ne rimangono esclusi.
 Lo stesso discorso è valido per le tue poesie. L'interessante, nel parlare delle poesie di qualcuno, è dato soprattutto dal fatto di non conoscerlo se non attraverso ciò che scrive: in questo spazio bianco      ' esistenziale ' (raffigurato forse, ma dico forse, dallo spazio bianco della pagina che, nel tuo caso pochissimo riempita dall'invadenza della parola, ti nomina come protagonista spettatore anziché attore della cosa) la possibilità di riempire i tasselli del ' vivere ' con l'estrapolazione dal detto.
 Credo esistano due particolarità interessanti del tuo lavoro: una di ' verifica ' e una di ' memoria '. la prima è esplicata attraverso questa ricerca, di tipi impressionistico, dei materiali che compongono il    ' 'paese ' (nel senso di componenti ' fisici ' resi tali dalla percezione); paese che, vedrei, correggimi se sbaglio, come una forma di tipo archetipico. Il secondo momento è un momento di recupero del ' paese ' come contrapposizione al quotidiano che pende sopra, instancabilmente, alle funzioni vitali. Da questa contrapposizione tra due mondi (l'uno descritto mirabilmente attraverso l'uso, minimale e ritmato, di parole frase, l'altro suggerito dalla quasi - negatività ' percepita ' dalla sua struttura) nasce la frattura, e dentro la frattura la poesia. In questo senso (ma solo in questo, ne parlo poiché un conto è leggere un libro intero  di poesie, un altro leggere frammenti sparsi di poesia, solo per ' estensione ')è possibile rivalutare la parola immagine, perché liberata dai vincoli dell'equivoco poetico che molti poeti (e non solo i ' marginali ' !) si portano addosso.
 Bene, parlando parlando, trascinato dalla mia prolissità è venuta l'ora che io alzi i tacchi, e piuttosto velocemente. Ti darò rapidissime notizie sugli indirizzi che mi hai chiesto...

Claudio Asciuti