Copertina: sulla luce, l'ombra, il dinamismo...(fogli da disegno sospesi), di Piero Simoni
Anomia (1999 - 2000)
luglio 2009 - ISBN 978-88-7680-937-8

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Prefazione di Caterina Aletti, critico della Casa Editrice Aletti Editore, ad "Anomia" (1999 - 2000): 
E' una poetica evocatrice e portatrice di ricordi, quella ripercorsa in questi brevi versi.

L'esperienza passata si fa nitida in poesia, portando con sé tutte le emozioni e sensazioni tattili, olfattive, visive, come cristallizzate nella pellicola della memoria e pertanto indelebili alla cimosa degli anni che avanzano, presente.
Il poeta è consapevole che nulla può opporre, se non per fermare, quantomeno per rallentare la corsa del Tempo, ma può trovare conforto nel ripiegarsi sui valori acquisiti, sugli affetti conosciuti ed esperiti e,dunque, nel rivestire di valore l'esperienza di vita, unica consolazione di fronte alla constatazione dell'impotenza umana
Non a caso molte liriche sono rivolte alla madre, con gratitudine, non solo in quanto genitrice, ma anche perché, nel passare il testimone al figlio, trasferisce il proprio amorevole sapere e le direttive per la nuova vita. Ogni individuo, soltanto nel riconoscere in sé i gesti, le credenze, le abitudini, appartenute a chi è stato prima, è in grado di sopportare agevolmente il peso della solitudine.
Rimanendo in campo semantico, vi è un'esortazione a non considerare la singola esistenza come spaiata, ma espressione di una continuità temporale, che unisce le fasi del tempo tra passato, presente e futuro, e di una unità spaziale, in cui l'uomo risulta una piccola parte di una totalità che lo trascende, e che è data dalla natura.
Simoni, tuttavia, ha piena coscienza di quanto la sua visione dell'umanità sia in controtendenza rispetto ai tempi che viviamo; ( da qui la scelta del titolo Anomia, che sta per non regolare ). 
A lui non sfugge lo strappo prodotto dall'epoca industriale che, volta unicamente al progresso, debilita le nostre percezioni e limita i sensi.
Il rimpianto per la perdita dell'originaria armonia tra uomo, natura e tradizione, è espresso in modo particolare nelle liriche  che contrappongono il lavoro manuale della terra a quello industriale della fabbrica. Da un lato, vi è il contatto con la natura, palpabile, dove anche il sudore del lavorare la terra è essenza di vita. Dall'altra, vi è l'alienazione del lavoro industriale che, nella ripetizione  di gesti meccanici, tramuta i lavoratore in appendici delle macchine. La critica al progresso è ribadita anche dalla contrapposizione tra la vita di città e quella di paese. Nella prima c'è la vita in società, in cui gli individui vivono separati, spesso in tensione gli uni con gli altri e dove ogni tentativo di entrare nella sfera privata viene percepito come un'intrusione; nella seconda c'è quella in comunità, dove i legami sono improntati a solidarietà, intimità, riconoscenza e condivisione di linguaggi, significati e spazi.
In passato era l'incanto, negli anni attuali è il disincanto.
E' chiaro, infatti, che l'uomo, soltanto se è padrone di se stesso, può indirizzarsi verso un futuro consapevole, non subìto, ed evitare così che il progresso si traduca paradossalmente in sconfitta.

Simoni, inoltre, si denuda dalle frivolezze dell'apparire che vengono sempre più mascherate sotto forma di bisogni, per liberare il suo spirito alla ricerca del fine autentico dell'esistere, possibile soltanto se si coltiva l'interiorità.

E, in sintonia con le tematiche illustrate, sceglie un verso che sia privo di artificiosità, attraverso un linguaggio chiaro e immediato, quasi a volersi sottrarre dall'ambiguità della parola, comunque sempre polisenso, in un tentativo di fare, anche della poesia, vera condivisione.

Caterina Aletti