Anomia 2003
In copertina: Sulla luce, l'ombra, il dinamismo... (foglio da disegno sospeso) di Piero Simoni 2005
Anomia (2003)
ottobre 2008
www.tatiedizioni.it
tatiedizioni@yahoo.it
TA.TI. Edizioni - Via Silvio Pellico, 32 - 22070 Limido Comasco (CO)
ottobre 2008
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Prefazione di MARTINA MAFFI al libro ANOMIA 2003°, TA.TI Edizioni, 2008:
La poetica del Simoni è essenziale ed icastica, frammentata, ma magicamente unita; tutto è ridotto al necessario e, senza elementi pletorici o giri di parole, colpisce direttamente il lettore provocando un brivido emozionale. I sentimenti e le sensazioni del poeta non sono narrati e non appartengono a un passato che fu, ma si presentano come istantanee fotografiche che danno emozioni vere e presenti all'osservatore-lettore: pare, infatti, di vedere i vecchi platani, i cipressi, le distese vibranti di papaveri e di sentire l'odore dei camini o il calore delle stufe a legna. Ci sono anche immagini che parlano di sentimenti profondi e di affetti indefettibili, come quella di un pullman che si allontana, o quella del ritrovamento di un foglietto dalla scrittura ormai tremula, che rendono vivo e pulsante l'amore del poeta per la madre che solo fisicamente non è più con lui.
Anomia, come il titolo lascia intuire, vuole essere una poetica di denuncia contro una società dove il progresso non solo ha violentato i paesaggi, ma ha profanato l'essere umano nei suoi valori primari e lo ha reso indifferente verso chi non è più in grado di produrre, ad esempio, gli anziani "depositati negli ospizi" e "dimenticati dai figli" perché non servono più. Una società basata sulla logica del fare per possedere, piuttosto che su quella dell'essere, non piace a Simoni, che la osserva con acribia e grande attenzione, ma con voluto distacco preferisce allontanarsene per "vivere" a contatto con la natura e in un mondo dal sapore antico, ma vero. Le riflessioni dell'autore sulla realtà dei tempi moderni non si impongono con faziosità, ma sono semplici descrizioni di ciò che non può non vedere: paesaggi deturpati, solitudine, lavoratori dai fisici usurati e malati dopo anni di duro lavoro in ambienti inquinati e malsani. Leggendo queste poesie, una domanda sorge spontanea: quale benessere, quale sicurezza ha creato il progresso, se basta un niente, un banale incidente, un black out, a creare ovunque il caos, a far saltare finti equilibri e porre l'uomo in "un'attesa impotente"? Simoni non fa domande e non dà risposte agli altri, ma ha trovato una risposta per se stesso: vuole vivere a contatto con la natura e, nella sua poesia, riesce a farci sentire questo grande amore.
Martina Maffi
Recensione di ALESSIA TAVELLA, apparsa sul n° 17 della rivista Poeti e Poesia agosto 2009, al testo di ANOMIA 2003°, TA.TI. Edizioni, 2008:
Il poeta adotta un verso breve e asciutto come fosse una macchina fotografica che cattura istantanee di realtà, fotogrammi di senso nei quali cercare avidamente l'essenziale. Il lettore si emoziona in maniera subitanea e vive immediatamente una vera e propria esperienza sensoriale delle descrizioni paesaggistiche, riportate magistralmente in questi versi legnosi e persistenti. Non solo paesaggi e ambienti però, ma anche sentimenti e affetti che si snodano sottilmente tra una descrizione e l'altra. Sentimenti anche di dolorosa denuncia nei confronti di una società che fa del progresso uno strumento di violenza e usurpazione, di degenerazione e annichilimento, che genera indifferenza e intolleranza. Le dinamiche materialistiche che la caratterizzano sono riuscite a soppiantare e a far tacere i valori umani che il poeta cerca di risvegliare, inserendosi in un contesto il più possibile naturale e antico. Non ci sono domande né risposte, ma soltanto la sensazione nitida di aver trovato una strada da percorrere, quella dell'amore e della bellezza di una vita semplice a contatto con la natura.
Alessia Tavella