La Nazione 27 marzo 2009


          


LA NAZIONE - 27 marzo 2009 (Livorno)


LE SFUMATURE del tempo e della città colte dagli occhi e dallo sguardo di un poeta livornese, Piero Simoni, prima di dedicarsi alla poesia, ha lavorato tanti anni come marittimo, poi come operaio e impiegato a terra. Nelle sue liriche - raccolte in vari libri - ha evidenziato e raccontato gli aspetti di una Livorno quotidiana, raccolto momenti e situazioni per cogliere il valore puro delle emozioni che ne scaturivano. " Di Livorno - afferma Simoni - vivo le vie più traverse e sconosciute, la parte della città che adoro di più è quella storica, quella legata al passato. Le restanti zone invece oggi sono stracolme di automobili, di rumore e di caos. Tutto questo, anche affacciandosi alla finestra e vedendo questi condomini altissimi, mi provoca un moto di sofferenza."


UN TUFFO nelle emozioni dello scrittore ma con la precisa cognizione del presente in continuo cambiamento. "E' ovvio che ritengo necessario questo avanzamento dell'agglomerato industriale, ma allo stesso momento credo che dovrebbe esserci più 'spazio', cercare di allontanare questo senso di soffocamento. Per il centro della città - prosegue Simoni -, come via Ricasoli e dintorni, sarebbe bello che venissero utilizzati mezzi meno inquinanti, la bicicletta per esempio, che in altre parti d'Europa è un mezzo utilizzato tantissimo". E uno sguardo è rivolto anche alle zone più lontane dal centro. " Alla Scopaia si poteva fare qualcosa di più per la vivibilità e il rispetto dell'ambiente. Meno male - conclude Simoni - che il mare ce lo lasciano, su quello non possono per fortuna fare niente" 
Paolo Biagioni