Poesie 2007





In copertina:  PIENZA - Pubblico passeggio
Poesie 2007 - gennaio 2010 - ISBN 978-88-89558-58-4
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Presentazione di Alessandro Mancuso al libro "poesie 2007", Golden Press, 2010

 C'è una cosa che il progresso e la tecnologia, nella loro tracotanza d'innovazione fagocitante e metamorfica, non riescono nemmeno a scalfire: il tempo. Piero Simoni, che nella sua maturità osserva con sguardo sperduto, ma ricco di un'inerzia vigorosa, gli ineluttabili cambiamenti del mondo, pur considerandoli una controparte dell'anima, non indulge in requisitorie lamentose, né in facili proclami contro il modernismo. Si limita a colpirlo laddove esso è più debole, ovvero sul valore del tempo.
 I segni del tempo, infatti, che possono essere invariabilmente tanto secoli quanto attimi, sono scritti sugli alberi, i tanti alberi che fungono, nella presente opera, da raccordi tra la naturalità e l'interiorità, tra il passaggio delle epoche e le fasi di un singolo uomo; tali fasi, lette significativamente come in una biografia del cuore, danno luce alle esperienze di vita radunandole non nell'aneddotica ma nell'essenza di assoluto che ogni loro segmento porta in sé.
Gli alberi ci sopravviveranno, parleranno di noi, quasi improbabili ma fedeli custodi del nostro passaggio temporale e dei nostri stessi ricordi, anche oltre il buio della memoria perduta. La poesia di Simoni accende il lampo di questa memoria ad ogni passaggio, ad ogni verso cristallino e odoroso, non certo per limitarsi a fermare su carta quanto appartiene al suo passato, bensì per esaltarne le tracce portanti in chiave universale. Ecco che molte delle liriche di questa raccolta intitolata Poesie 2007, incantevoli, per ruvida armonia ritmica e cura lessicale, costruiscono il loro canto intorno al rovello rinnovato dai cicli stagionali, simboleggianti il percorso naturalmente ciclico della vita: da figlia a fidanzata, a sposa, a madre, così come da figlio, a padre, a nonno che ripercorre ogni tappa dell'esistenza negli occhi del nipote, appunto in barba ai mutamenti esterni, transitori, poco influenti, meno forti del respiro del vento, delle azioni da fare, delle cose da scoprire.
 D'accordo, il rapporto con il presente è stridente, non potrebbe essere altrimenti; costituisce inevitabile attrito il confronto tra il paesaggio di un tempo, spesso immutabile, e quello attuale in costante trasformazione. E gli impegni allontanano dall'anima e dalle sue illuminazioni, solcando uno iato profondo, fatto di esperienze di vita incalzanti, pratiche e nemiche della contemplazione, tra il tempo dell'osservazione abbacinata del ragazzino e quello della riposata e disillusa considerazione dell'anziano; ma in tutto il corso della vita sono solo i ricordi a mantenere attivo un contatto di cui non si può fare a meno.
 Attenzione però che nella poetica di Piero Simoni i ricordi non sono quelle melensaggini di finzioni, di inganno che perpetriamo ai nostri stessi danni, per indorarci autonomamente una pillola imbelle, come fanno i troppi gonzi che, colpevoli, non sanno di poesia; oppure come vorrebbe la filosofia delle canzonette, o certa psicologia d'accatto, improvvisata bestialmente sulle riviste patinate e nei salotti televisivi. I ricordi, sembra affermare Simoni, sono anche le immagini dure del nostro passato che ci portiamo dentro. Il poeta, con sintesi algida che costituisce inconfondibile peculiarità di stile, a guisa di firma espressiva certificata dal suo più che trentennale percorso di ricerca artistica, dedica tratteggi rapidi alla rievocazione per segmenti di una possibile autobiografia; sono vere istantanee del cuore, indelebili nella loro crudezza e nella forza dell'osservazione di chi sa dare valore al proprio sguardo, allenato in tutte le epoche della vita a cogliere profumi e tagli di luce, incanti e miserie, laddove chiunque altro legge solo l'apatia della quotidianità.
 Pensiamo alla "rivolta" di Anselmo "(...) a lavorare l'orto e la vigna / con un panino e il vino / per tornare la sera in città / in famiglia / nell'età caotica dell'automobile / solitario e fuori dal tempo / felice", simbolo efficace della resistenza al tempo, legato alla terra, alla sua bicicletta, in barba al caos che ha intorno; il concetto viene poi precisato nell'atmosfera e negli afrori inconfondibili della "bottega del ciclista", come si chiamava colui che riparava le biciclette, fino a qualche anno fa in ogni borgo, in ogni quartiere, ed oggi così raro e così cambiato,così asettico e simile a qualunque anonimo centro di autoricambi.
 Campeggia robusto anche il tema del viaggio, nell'opera di Simoni; a scandirlo sono i luoghi di passaggio quali le stazioncine periferiche, o la stessa nave per chi è "imbarcato" e si trova un po' in un luogo e un po' in transito, oscillante tra due punti del suo destino, nell'amara illusione di possederne uno che non è spazio ma è "inutilità" del tempo. Si tratta di intervalli che scandiscono i sentimenti, l'affetto materno come nido per il cucciolo pensante, oppure l'amore come sublimazione della vita per il giovane adulto. Ancora odori, dai mezzi di trasporto del passato, sapidi di nafta a saturare l'aria, e poi dalla fabbrica, che Simoni, con intenzione, insiste a chiamare "industria", a sottolineare che non si tratta i storia personale ma di passaggio fondamentale della storia di un'epoca, della storia dell'umanità.
 Simbolo del recupero del punto di osservazione personale, con tutto ciò che gli sta alle spalle e dentro, è la cassetta dei colori, anch'essa dotata di un suo profumo persistente e uguale a se stesso negli anni, compagna di tanti momenti dell'esistenza, di tante occasioni ed esperienze, filo rosso che collega spazi e luoghi attraversati dall'individuo, quindi spia dell'anima, testimonianza di unicità pur attraverso i mutamenti del tempo e della vita.
 Chiudono il quadro le stupende vedute della Val d'Orcia, ancora intrise di rapporto con il passato e l'autobiografia, in quanto si tratta comunque di visioni interiori, filtrate dal sapore con cui venivano percepite dal fanciullo, dal giovane, prima dell'avventura, dei viaggi, del mare, ossia dell'"allontanamento dell'eroe". Nulla di eroico vi è però in questo viaggio, a differenza di ciò che la struttura immutabile e ripetitiva delle fiabe ci ha abituato a considerare: perché l'eroe conosce sconfitte di uomini, imposizioni padronali, sottomissioni agli "uomini delle amministrazioni", vessazioni umilianti e coscienza profonda dell'inutilità di certi affanni rispetto al "vero" delle cose, che è la "realtà del sogno", il ricordo che tiene desti, vivi, lontani dall'annichilimento e dal sospetto di effettiva vanità del tutto.
 Tutto ciò nella consapevolezza responsabile che, così come al cane lasciato lunghi pomeriggi in solitudine nello spazio davanti casa, neanche a noi "è dato di scegliere il sole del giorno". Ma questo, per il poeta, non è il punto di arrivo, bensì il vero pungolo ad intraprendere il viaggio, in bilico sempre tra i ricordi e il presente.
Alessandro Mancuso


Segnalazione al Premio Editoriale "L'Incontro" - XIV Edizione 2009, organizzato dalla Golden Press di Genova, per la raccolta di poesie inedite  dal titolo "Poesie 2007", con questa motivazione:


"Raccolta di quadretti fulminei e sovente d'incantevole bellezza, di ruvida armonia ritmica e lessicale, con riferimenti - nelle atmosfere create dall'accosto tra il dato di partenza e la snella riflessione - alla miglior stagione poetica del Novecento italiano, Poesie 2007 appare davvero una sorta di autobiografia per segmenti, dell'anima come dell'esperienza di vita.."

Nota di lettura di Ivano Mugnaini a "Poesie 2007" di Piero Simoni, Golden Press, Genova 2010

 Poesie 2007, libro edito da Golden Press di Genova, è una delle tappe dell'itinerario poetico di Piero Simoni, coerente a se stesso, nell'impostazione, nel tono e nel ritmo, nel progetto decennale di ritagliare nella pagina uno spazio espressivo per il proprio tempo, vissuto, percepito, scrutato con attenzione, a volte con disagio, ma senza smettere di osservare e di annotare. Questo libro si inserisce, come detto, nel solco della produzione di Simoni degli ultimi anni, abbondante, copiosa. Ma, con sprazzi esuberanti, questo volume esce dai binari e si ritaglia una propria area di competenza, un ambito specifico. Ci sono, in alcune poesie, riferimenti al contrasto arcano e decisivo, intimamente significativo, tra la vecchiaia e l'infanzia. Il libro contiene varie poesie in cui il poeta entra a contatto con l'immediatezza dei bambini, e sente penetrare nella scorza coriacea degli anni una luce. Il tema qui esposto si prestava al rischio della retorica; ma Simoni è poeta che non scrive per sbalordire o attrarre a qualunque costo. Ha saputo quindi esprimere ciò che sentiva con la stessa naturalezza con cui parla degli alberi, del loro crescere e morire, nei boschi e lungo le strade cittadine.
La sincerità dell'autore è rigorosa, essenziale. Non si perde in moine, Simoni; utilizza i versi per rafforzare passo dopo passo il confine tra vita e non-vita, tra ciò che ama e ciò che lo opprime. E la sua età, assieme alla indole innata, lo rendono schietto, diretto, mai aggressivo ma, allo stesso modo, mai incline al compromesso. Ne emerge un libro che, come la cassetta di colori conservata a dispetto del tempo citata in una lirica del libro, continua a creare, operando necessari e vitali contrasti: separando i ritmi alieni, la città, la frenesia moderna, da ciò che ancora respira autentico e tenace, come un albero che ha osservato lo scorrere degli anni, discernendo con cura gli istanti di gioia umana dal dolore che affligge ed aliena.
Ivano Mugnaini