Preghiera di Giorgio Caproni


Preghiera di Giorgio Caproni, da IL SEME DEL PIANGERE (1954 - 1958)    
Preghiera
 Anima mia
va' a Livorno, ti prego.
E con la tua candela
timida, di nottetempo
fa' un giro; e, se ne hai il tempo,
perlustra e scruta, e scrivi
se per caso Anna Picchi
è ancora viva tra i vivi.

 Proprio quest'oggi torno,
deluso, da Livorno.
Ma tu, tanto più netta
di me, la camicetta
ricorderai, e il rubino
di sangue, sul serpentino
d'oro che lei portava
sul petto, dove si appannava.

 Anima mia, sii brava
e va in cerca di lei.
tu sai cosa darei
se la incontrassi per strada.


Intensa e dolente questa poesia, di mirabile figurazione, di suggestione per chi legge trovando, in comunanza con l'autore, lo stesso dolore, la stessa commozione ad ogni lettura, specie se condizioni temporali di vita sono simili. L'anima del poeta, come fosse un fantasma, con la candela in mano in cerca della madre se "è ancor viva fra i vivi". Lui torna deluso da Livorno, ma lei avrà miglior ricordo della camicetta e del rubino che portava. Un desiderio infinito, extraterreno di rivederla, un ricordo sul filo dell'emozione che fa delle parole atmosfera triste e sublime: l'amore che supera le barriere dell'umana convivenza, travalicando i mondi, grida  la sua voce sommessa ed al logorio del tempo non si arrende. (P.S.)
dicembre 2009